Recanati | Museo Civico Villa Colloredo Mels
Roberto Giacomucci 1+1=3 Elementi di Biomimica
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A cura di Giorgio D’Orazio
Se è ancora possibile per l’Uomo sopravvivere con la sua verità fintanto che è in ascolto, in conversazione, in equilibrio con la Natura, è di certo tangibile il rapporto salvifico che l’Uomo può continuare ad avere con la Bellezza che sa intuire, recepire, creare proprio interrogando la Natura fuori e dentro di sé. Non esistono veli immobili per sempre né veli che non si possono squarciare. Esiste solo il potere creativo dell’Uomo che può dare nuove cause al mondo, bisogna affermare con coscienza prendendo in prestito un pensiero beuysiano.
In questo lavoro, in questo fare, in questo ideare, sopravvive il progetto della Natura che non ha ancora rinunciato a credere nell’Uomo e sopravvive altresì la lungimiranza di quell’Uomo che ripone la propria speranza comunque nella Natura. Nonostante nella dimensione spazio-temporale del nostro globo le cose prendano sovente direzioni e tensioni differenti, resta un legame irrinunciabile quello umano nei confronti della basica forza naturale: è anzitutto in questo legame atavicamente individualista che ogni uomo può cercare e riconsegnare bellezza, lo spirito positivo di esistenza che induce alla bontà del singolo e al miglioramento della società.
Ci piace pensare che il ragionamento nell’animo dell’artista sia esattamente questo. E che il risultato sia, come nel caso dell’opera di Roberto Giacomucci a cui oggi ci accostiamo, un rapporto di comprensione e confusione con quanto possono trasmettere a un creativo le cose della natura e le nature delle cose.
Tutto nasce da una puntuale selezione di opere di Giacomucci, già noto per la sua sensibile creatività di designer, che concede a noi la possibilità culturale d’immaginare un percorso espositivo con risvolti estetici e concettuali corroborati da una peculiare, anzi unica, tecnica di realizzazione dei lavori, la quale trae origine anche dalla conoscenza e confidenza con materiali e lavorazioni industriali. Le opere sono infatti realizzate su carta speciale traslucida, dipinta con pastelli ad olio e solventi, trattate poi con aria calda ed acqua; alcune sono laminate con pellicole poliuretaniche. Ma per noi sono marmi antichi, frame di mare solcato, sassi buttati nello stagno, campi ripassati, rullati; sono giochi di muschi e licheni su pietra, vento che increspa l’andamento solito del fiume, colpo d’occhio abissale, sentiero di sottobosco dopo una piovuta, cenere sparsa di un fuoco spento, prato d’alghe dopo la mareggiata, fermo immagine dal drone di una foresta in autunno o in estate. Sono dittici cromaticamente evocativi e in dialogo fra loro che determinano una concentrazione dell’emotività di ciascuno nel viverli in un’impaginazione visuale dello spazio che suggestiona per varietà e potenzialità visiva: dimensioni aniconiche in cui lo sguardo può interrogarsi sulla percezione di una reale evidenza quanto del celato dalla realtà dell’opera. È così che la Natura, grazie al filtro dell’Uomo, dell’Artista, può ritrovare la propria immagine attraverso un agire antropizzato, un “inganno” che evidenzia la polivalenza della materia quando incontra il sentimento creativo, la visione poetica.
È questa la “biomimica” di Roberto Giacomucci, una “imitazione” della natura attraverso l’uomo che diventa sintonizzazione della vita su frequenze di equilibrio ad alto contenuto di bellezza. Le opere, questi “elementi di biomimica”, danno così lo spunto al concetto sottinteso alla mostra, 1+1=3: è la somma dei dittici esposti, così come il rapporto visivo tra fruitore e opera, a creare una sinergia di due elementi capace di produrre un risultato maggiore della semplice somma degli stessi. Un risultato che tutti cerchiamo per dare una risposta e forse un volto al misterioso motore che ci muove da dentro.
Roberto Giacomucci (1960)
Vive e lavora ad Ancona. Ha esposto negli ultimi anni in gallerie e musei per mostre personali e collettive. Architetto e Designer, insegna alla facoltà di architettura dell’Università di Ascoli Piceno e alla UNIRSM di San Marino; ideatore e curatore del trimestrale “Oblique design”, si occupa della rubrica mensile “Design community” sulla rivista DDN design diffusion. Grazie ai suoi progetti e lavori per importanti brand, per tutti Guzzini, è stato diverse volte selezionato per l’ADI al Compasso d’Oro, ricevendo più di una Menzione, e premiato al Good Design, Biennale Internazionale del Design di Lubiana e IF Award.
Museo Civico di Villa Colloredo Mels
Recanati (MC)
13 Luglio – 15 Settembre 2024
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