Recanati

LOGOS INFINITO

La Parola e i suoi ecosistemi. Il flusso rizomatico del testo visivo nel tempo digitale.. A cura di Gianluca Marziani

Info
Via Gregorio XII 11 - Recanati 071 7570410
recanati@sistemamuseo.it

4 DICEMBRE 2022 - 10 APRILE 2023

Villa Colloredo Mels
Dal martedì alla domenica
10:00 - 13:00 | 15:00 | 18:00
Torre del Borgo
Tutti i giorni
10:00 - 13:00 | 14:30 - 17:00
Museo della Musica e Museo B. Gigli 
Venerdì, sabato e domenica
10:00 - 13:00 | 15:00 - 17:00

Ultimo ingresso 30 minuti prima dell’orario di chiusura.

I cani al guinzaglio sono i benvenuti

Se vuoi visitare la mostra in giorni e orari diversi da quelli di apertura, invia una mail di richiesta a recanati@sistemamuseo.it

Il Borgo Italiano
La rigenerazione culturale italiana passa per l’archetipo del nostro sistema urbanistico, ovvero, il BORGO ad elevata irradiazione comunitaria, detentore di (almeno) un nucleo magnetico universale (nel caso di Recanati il primo nucleo è Giacomo Leopardi), di un sistema edilizio omogeneo entro le mura storiche, di servizi culturali diffusi e di una ramificazione connettiva con la Regione d’appartenenza. Gli antichi borghi italiani diventano così la giusta forma praticabile del museo diffuso a sviluppo rizomatico.

Museo Diffuso
Il progetto ragiona dentro questo rizoma museografico, dove il termine rizoma (secondo la metafora di Deleuze-Guattari che agli sviluppi lineari preferivano molteplici direzioni) definisce una peculiarità non solo urbanistica ma di contenuti complementari. Tutto ciò significa integrare opere originali e “leggere” nello spazio urbano, disegnando un museo diffuso nel tempo e nello spazio, secondo una precisa attinenza semantica (tematiche integrate alla storia peculiare del luogo) e una rigenerazione progressiva (attinenza iniziale, graduale inserimento, cortocircuito, sedimentazione).

Natura e Linguaggio
Il museo diffuso supera gli usi degli spazi tipici, ponendo la Natura e il Linguaggio al centro del campo sensoriale. Lo spazio diffuso sarà così un ecosistema integrato, un luogo senza l’esclusiva voce del canone museale, da immaginare dentro nuovi processi d’informazione e comunicazione. Il museo diffuso crescerà per esperienze partecipative, nomadismi fluidi, addizioni e sottrazioni continue. Ognuno, poi, sceglierà le proprie traiettorie dentro l’area urbana, usando le mappe (analogiche e digitali) in maniera non solo geografica ma tematica, narrativa e concettuale.

Uso Poetico del Museo Diffuso
La visione rizomatica avviene attivando il grado sensoriale dello spettatore che, a sua volta, produce una lettura poetica del linguaggio visivo e/o sonoro. Per rafforzare questo principio entrano in campi gli artisti visivi, gli unici che pongono un legame filosofico tra elementi fattuali, simboli metaforici e intuizioni laterali. Tale capacità di veggenza poetica (oltre il canone della cultura acquisita) implica conseguenze concettuali che diventano volano per una lettura circolare (rizoma) del territorio.

GIACOMO LEOPARDI come Marcatore Identitario per Recanati
LOGOS come Marcatore Filosofico per Recanati

Scrive Gianluca Marziani: “Secondo una teoria - dal titolo OTTO SENSI - che ho formalizzato nel 2021 per l’analisi istituzionale dei turismi regionali, il marcatore identitario è un elemento che, dal punto di vista storico, culturale, paesaggistico, agroalimentare e antropologico, è riconducibile a un determinato territorio in modo preponderante, considerato unico nel suo genere, secondo i criteri utilizzati dall’Unesco per la valutazione dei siti patrimonio dell’umanità.”

Integrazione tra funzione e opera
L’intervento degli artisti nel borgo si pone come landmark semantico e simbolico. Ogni opera verte così sulle preesistenze locali, su quei marcatori identitari che integrano i temi culturali agli aspetti urbanistici, imprenditoriali, educativi, ambientali e sociali del suddetto luogo. Ogni artista agisce con un processo di sottolineatura e implementazione, ovvero, utilizza il marcatore per rimodulare la narrazione esistente, portando il pubblico verso immersioni sensoriali e inclusive, semplici dietro la complessità, universali nel Genius Loci che metabolizza visioni per un futuro non scontato.

Genius Loci
In origine il Genius Loci era un’entità naturale o sovrannaturale legata a un luogo e oggetto di culto nella religione romana. Nel tempo moderno è un'espressione adottata in architettura per sviluppare un approccio fenomenologico allo studio dell’ambiente (habitat) e del suo contesto umano (habitus). Il parametro dei genius loci individua le caratteristiche sociali, culturali, architettoniche e linguistiche che delineano nel profondo un luogo, un oggetto o un ambiente. Il genius loci che qui ci interessa riguarda il carattere di un marcatore, un aspetto che rende unico e riconoscibile quel tipo identitario agli occhi del mondo. Il marcatore tangibile di Recanati, Giacomo Leopardi per l’appunto, genera a sua volta un marcatore immateriale che chiameremo, da questo momento, Logos. Nel caso specifico, la relazione tra poeta e linguaggio produce il titolo con cui il nostro progetto prende forma: Logos Infinito

Psicogeografia
La geografia del territorio si trasforma nella geografia del nostro sguardo, delle nostre emozioni e intuizioni. Una psicogeografia che riporta agli esperimenti di Baudelaire con le sue esplorazioni sensoriali della città o all’errare humanum est dei Romani: due pratiche erranti di ricerca del sé attraverso il semplice camminare per ricavare forme, estetica e contenuti invisibili ma sostanziali. Quella che oggi i sociologi chiamano “la capacità di perdersi per ritrovarsi”, una rielaborazione delle logiche di turismo che non creava emozione. Recanati, al contrario, incarna una psicogeografia per un turismo di nuova genealogia, basato su una rinata coscienza identitaria del territorio, dove l’autonomia della consapevolezza (nuove prospettive dello sguardo) supera la banalità della comparazione (preconcetti e stasi dello sguardo).

Il programma di Logos Infinito si declina sulla sostenibilità filosofica del Logos che si trasforma nella mappa psicogeografica del territorio fisico e ideale. Una visione che parte dalla figura di Giacomo Leopardi, dalla sua eredità che ha elaborato una linea filosofica del tessuto poetico, orientando lo sguardo altrui su una città che si poneva, già nel Settecento, come soggetto metafisico di una metafora “infinita”.
La Poesia come sintassi del Pensiero.
La Parola come fondamento della Poesia.
Il Pensiero come accademia sensibile della rivelazione.

La Parola diviene riflessione metafisica sulla complessità del presente.
La Parola si diffonde con vari sistemi estetici negli spazi urbani.
La Parola si rende struttura autonoma, opera visuale nel ciclo del contemporaneo.

L’opera visiva che agisce sul LOGOS unisce il tema iconografico alla Parola, togliendo a quest’ultima la funzione esclusiva di monade grammaticale, orientando il testo scritto negli ecosistemi diffusi del nuovo paesaggio artistico.

LOGOS INFINITO costruisce ponti tra spazi e persone, ora attraverso la nascita di nuove coscienze collettive, ora attraverso le sedimentazioni che rendono il luogo una membrana di ulteriori immaginari. Definire le meccaniche di un borgo urbano è sempre stata la spinta con cui le popolazioni hanno codificato gli spazi di vita e lavoro, meditazione e svago. Guardando i borghi marchigiani s’intuisce la limpidezza sapiente dei suoi architetti, una forma d’arte abitabile dentro il tempo lento dello spazio virtuoso. La panoramica su Recanati suggerisce all’inconscio una chiave aurea, la bellezza di un nucleo seducente e abitabile, un alveare rizomatico in cui la vita vibra per armonie e melodie, una partitura urbanistica che neutralizza gli oggetti inquinanti e assicura benessere tra spirito e invenzione.

L’INFINITO di Giacomo Leopardi traccia la struttura ideale su cui regolare la trama del progetto. Frasi o parole diventano la griglia d’ingaggio degli interventi artistici. La scomposizione del testo ricompone la psicogeografia di Recanati.

Il progetto disegna una planimetria d’interventi sulla misura ideale degli spazi individuati.
Molteplici espressioni visuali che utilizzano il Testo nella sua estensione polisemica.
Le parole che definivano l’arte incarnano la nuova natura dell’espressione artistica.

Capitolo 01
Sveva Angeletti
Matteo Attruia
Donato Dozzy
Sara Leghissa
Manu Invisible
Numero Cromatico

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Come reporter per le sale del museo.

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