Pesaro | Museo Nazionale Rossini
CONFERENZE TRA MUSICA E NATURA
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Musica e Natura: un binomio inscindibile e misterioso; vibrazioni invisibili; soffio di aria e nell’aria che muove infinite particelle. Arte suprema dell’Uomo la prima; arte sublime del Creato la seconda.
In tre incontri, i musicologi Riccardo Graciotti, Francesca Menchelli-Buttini e Mariateresa Storino esploreranno l’intreccio tra le due arti nel contesto della cultura occidentale, il suo realizzarsi in generi musicali diversi, con e senza la parola, tra descrizione, imitazione, suggestione, metafora.
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Sabato 5 ottobre 2024, ore 16.30
«Odo augelli far festa»: il canto degli uccelli da Vivaldi a Messiaen
Mariateresa Storino
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Sabato 19 ottobre 2024, ore 16.30
Il lauro verde: divagazioni rinascimentali fra natura pittura e musica
Riccardo Graciotti
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Sabato 9 novembre 2024, ore 16.30
Musica e natura nel dramma per musica del Settecento
Francesca Menchelli-Buttini
Sabato 5 ottobre 2024, ore 16.30
Mariateresa Storino, «Odo augelli far festa»: il canto degli uccelli da Vivaldi a Messiaen
Tra i suoni della natura imitati, suggeriti o evocati dalla musica, il canto degli uccelli è forse il più noto e il più diffuso: dalla polifonia cinquecentesca (Le chant des oiseaux di Clément Janequin) e dalla musica strumentale di inizio Settecento di Antonio Vivaldi (La Primavera, Il gardellino) alle sperimentazioni sonore della musica elettronica contemporanea, alla popular music (Blackbird di Paul McCartney), al jazz (Conference of Birds di Dave Holland).
Il repertorio offerto dai versi degli uccelli, esplorato a fondo nel Novecento da Olivier Messiaen, non è solo però mero suono da imitare. Se nei trilli vivaldiani ancora oggi riconosciamo il cinguettio polifonico che nella nostra immaginazione si associa al risveglio della natura, i versi di alcune specie sono simboli: la civetta richiama la morte, l’usignolo evoca il lamento, la pavoncella il tradimento. Nella Leggenda di San Francesco d’Assisi di Franz Liszt il titolo rinforza quanto l’ascoltatore ode: il continuo ondeggiare di trilli sulla tastiera del pianoforte, proprio in virtù del titolo, perde la sua veste di semplice mimesis per rinviare al legame profondo istituito dal santo con la natura, che trovò piena espressione nel racconto della sua predica agli uccelli.
Al centro dell’incontro sarà il rapporto che i compositori – di secolo in secolo, da nazione a nazione – hanno instaurato con il canto degli uccelli, da fonte di ispirazione a strumento di trascendenza.
Sabato 19 ottobre 2024, ore 16.30
Riccardo Graciotti, Il lauro verde: divagazioni rinascimentali fra natura pittura e musica
Nei secoli XV e XVI Natura, Musica e Pittura sono profondamente legate dall’idea di armoniauniversale, un concetto filosofico che riesce a permeare le arti sensibili, assumendo la forma di metafora sia nel linguaggio visivo che in quello sonoro. La Natura è concepita come un’entità viva e dinamica, riflesso di un ordine cosmico perfetto. La pittura rinascimentale, attraverso tecniche come la prospettiva e lo studio della luce, cerca di riprodurre questa visione, elevando la bellezza idealizzata della figura umana e dei paesaggi a simbolo dell’armonia insita nella Natura. Anche la musica rinascimentale incarna questa armonia celeste, governata dalle stesse leggi naturali, riflettendo l’ordine perfetto dell’universo nell’ideale di bellezza, proporzione e simmetria tra le parti di una composizione polifonica, una messa, un mottetto o una chanson. Ma è soprattutto nel madrigale, una delle forme musicali più rappresentative del periodo, che viene esplorato il rapporto ideale tra musica e mondo interiore ed esteriore del poeta. Qui, i meccanismi compositivi si piegano alle esigenze del testo poetico, spesso ricco di rimandi descrittivi, analogie concettuali e simboli fonici legati alla Natura. Prestiti concettuali e contaminazioni linguistiche tra discipline scientifiche ed espressioni artistiche, sovrapposizioni simboliche tra rappresentazioni figurative e manifestazioni sonore sono i tratti distintivi di una modernità incipiente, che trasformano il modo di osservare e concepire il rapporto dell’uomo con il mondo. Saranno proprio questi cambiamenti e le intersezioni tra Musica e Pittura, sviluppate attorno al tema della Natura, a fornire gli spunti per il nostro incontro.
Sabato 9 novembre 2024, ore 16.30
Francesca Menchelli-Buttini, Musica e natura nel dramma per musica del Settecento
L’incontro discute in sostanza il rapporto fra Musica e Natura all’interno del dramma per musica del secolo XVIII, salvo brevi incursioni in generi diversi, l’oratorio e il dramma giocoso, per non abdicare del tutto a quel principio di varietà che è un aspetto irrinunciabile per l’estetica, non solo musicale, del Settecento. Ci si avverrà all’uopo di esempi tratti da testi e da messe in musica di grande momento, destinati ai maggiori interpreti dell’epoca, nella versione della première o in riprese successive di un libretto e/o di un’intonazione, “adattamenti da”, disseminati di accomodi di entità variabile, come tagli ai recitativi, spostamenti, soppressioni, aggiunte o sostituzioni di scene e di arie. Qualsivoglia le ragioni di simili arrangiamenti (necessità di produzione, volontà dei cantanti, modificazione del messaggio ecc.), essi rispondono in genere ad esigenze di coerenza drammatica rispetto al contesto pre-esistente.
Si osserverà come spesso gli elementi naturali (animali o piante, giardini, ambienti pastorali e marini, fenomeni estremi quali tempeste ecc.) possano rappresentare una cornice alle azioni, ai comportamenti, alle vicende, agli stati d’animo dei personaggi, talvolta in un rapporto metaforico o di similitudine, per rispecchiamento o antitesi; oppure la natura diventa destinataria di appelli o invocazioni di personaggi in cerca di compatimento. Pur appoggiandosi a una solida tradizione, i compositori e gli interpreti reagiscono originalmente ai contenuti e all’orditura dei testi intonati, scegliendo fra le molteplici alternative poetico-teatrali e tecnico-compositive. Si tenga presente che il ricorso alla forza espressiva della musica fu discusso in relazione alla retorica nel corso di quasi due secoli, dal tardo Cinquecento al Settecento, nel tentativo di mostrare come la categoria dell’intensità visiva fosse associabile al discorso e alla musica: figurazioni verbali e musicali potevano assumere la qualità di illustrazioni vivide e il potere di far immaginare agli ascoltatori eventi, azioni e oggetti.
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